Riforma dell'organizzazione ospedaliera con aumento dei posti letto (dopo i tagli di questi anni), secondo un modello uniforme sul territorio regionale che superi la separazione dal territorio che riporti al decentramento amministrativo e alla prossimità includendo anche le AS ospedaliere e una riorganizzazione unitaria del servizi di emergenza (118, Dipartimenti di emergenza ospedalieri, continuità assistenziale/guardia medica, ambulatori delle cure primarie/ACP);
TRANSIZIONE ECOLOGICA E DIGITALE
Valorizzazione dei Beni Comuni e pieno supporto a tutte le vertenze nazionali per la loro difesa; attuazione legge regionale acqua pubblica; no raddoppio acquedotto del Peschiera.
Estensione e attuazione del piano regionale per la transizione ecologica, con sinergie tra università, enti di ricerca e imprese.
Istituzione di un fondo Ecodigital per imprese innovative, enti pubblici e cittadini.
Diffusione della cultura ecodigital nelle scuole e nelle università, e istituzione di fondi regionali per associazioni studentesche
NO al mega-inceneritore: in alternativa, Piano regolatore regionale per la raccolta differenziata e il recupero dei materiali, attraverso impianti medio-piccoli distribuiti sul territorio.
Sul tema rifiuti è essenziale la sinergia tra Regione Lazio e Comuni garantendo nel processo decisionale il coinvolgimento dei territori e dei cittadini.
Occorre implementare l’economia circolare, relegando l’incenerimento a pratica sempre più residuale, fino alla dismissione richiesta anche dall'UE anche nell’ottica di favorire la maggiore occupazione stabile che questa produce.
Vogliamo rilanciare il PRGR del Lazio, che anzi va aggiornato e migliorato secondo questi indirizzi:
L’incenerimento è retaggio del passato, antieconomico e pericoloso, ostacolo alle pratiche virtuose di separazione dei rifiuti (Raccolta Differenziata), riciclo e
riuso, che si ripercuote nel futuro per parecchi decenni. Fornisce un contributo veramente marginale alla domanda di energia, vista la potenza elettrica installabile. Piuttosto che guardare alla produzione di energia dai rifiuti, costosa e antieconomica, è molto meglio sostenere anche finanziariamente le Comunità Energetiche Rinnovabili.
Nel Lazio non solo non servono nuovi inceneritori, ma con l’attuazione piena del PRGR è possibile prevedere il depotenziamento fino a futura dismissione dell’impianto di S. Vittore (FR) e limitare sempre più il ricorso alla discarica. Occorre:
UNA REGIONE 100% RINNOVABILE
BENI COMUNI E ACQUA
Piena attuazione della L.R. 5/2014, e definizione della nuova struttura degli Ambiti di Bacino Idrografici.
NO al raddoppio dell'acquedotto del Peschiera che porta l'acqua del Velino a Roma diamo pieno supporto a tutte le vertenze nazionali e territoriali che riguardano la difesa dei Beni Comuni:
DISSESTO IDROGEOLOGICO E CAMBIAMENTI CLIMATICI
La legge sulla difesa del suolo viene continuamente aggirata, superata, e le strutture tecniche regionali deputate alla programmazione ed alla valutazione dei rischi sono sottodimensionate.
Ne garantita l’applicazione e occorrono investimenti, con ricaduta immediata sull’occupazione ed un risparmio nel contenere i danni futuri:
IL NOSTRO MARE, LA NOSTRA COSTA, I NOSTRI FIUMI, I NOSTRI LAGHI
Viviamo il periodo più caldo nella storia della terra, la temperatura continua a salire: negli ultimi 120 anni, dall’età preindustriale, le temperature medie sono aumentate di 1 °C, causando eventi meteo record e temperature estreme: il 2022 è stato l’anno più caldo in assoluto.
Gli effetti del riscaldamento terrestre sui litorali sono legate, nel lungo periodo, allo scioglimento dei ghiacci e conseguente innalzamento del livello dei mari, ad uragani sempre più numerosi e alla esaltazione dei fenomeni di erosione costiera, fino all’acidificazione delle acque causato dal maggiore assorbimento della CO2 che aumenta in concentrazione nell’aria.
Il rischio è che nel 2100 sarà modificata sensibilmente la morfologia delle nostre coste a causa dell'innalzamento delle acque del Mar Mediterraneo. Secondo l’IPCC entro il 2100 l’innalzamento sarà compreso tra 15 e 95 centimetri, e riguarderà soprattutto l'area del nord Adriatico e quelle dei golfi di Cagliari, Oristano e Taranto, con effetti minori anche nel Tirreno centrale; nella zona laziale sono quelle da Civitavecchia ad Anzio, fino a Terracina.
Il pericolo maggiore è legato ai fenomeni di erosione, dovuti prevalentemente della riduzione di apporto solido fluviale per effetto dei prelievi dai fiumi e per le varie opere realizzate lungo il loro corso: argini, dighe, regimazione fluviale; assai importanti sono anche gli effetti di una indiscriminata urbanizzazione costiera, della realizzazione di strutture portuali a volte mal contestualizzate, di barriere frangiflutti e pennelli potenzialmente costruiti a protezione, ma che si rivelano controproducenti.
La costa adiacente la foce del Tevere ha già subito importanti modificazioni, se si pensa che negli ultimi 40 anni l’apporto solido dal Tevere è passato da 10 a 0,37 milioni di tonnellate/anno.
La qualità delle acque è minacciata da varie forme di inquinamento.
Inoltre il problema aumento temperature provoca pesanti ricadute sul settore della pesca e sulle ricadute in termini occupazionali.
Permangono ancora scarichi fognari non depurati che versano in mare grandi quantità di microrganismi patogeni che rendono pericolosa la balneazione e la consumazione di molluschi.Ne conseguono fenomeni di eutrofizzazione per effetto della presenza di dosi eccessive di sostanze nutritive provenienti da fonti antropiche come fertilizzanti, detersivi, e acque reflue di origine domestica o industrialeAncora, la presenza di rifiuti di plastica sta assumendo, anche nel Lazio, proporzioni preoccupanti.
Importanti sono i rischi legati all’inquinamento da immissione di idrocarburi, principalmente per operazioni di lavaggio dei serbatoi delle petroliere o per incidenti. Si stima che in un anno le compagnie petrolifere perdono nel Mediterraneo una quantità di petrolio pari a quella di 17 grosse navi cisterna.
Ma la maggior parte dell’inquinamento marino deriva dalle attività che si svolgono a terra: oltre il 50% del petrolio che finisce in mare è stato perso nel terreno, immesso nelle fognature da cittadini o industrie.
Altro fenomeno da contrastare è l’aumento della temperatura delle acque legato alla crisi climatica, ma effetti locali, nel Lazio, sono legati alla presenza delle centrali termoelettriche: quella di Civitavecchia, ad esempio, utilizza per il raffreddamento circa 70 m3/sec (Il Tevere ha una portata media di circa 240 m3/s). Su tutti questi fattori - che riguardano il mare così come i nostri laghi alcuni dei quali versano in situazioni veramente critiche - occorre intervenire con un piano articolato di breve-medio periodo che assicuri una gestione consapevole della grande e preziosa risorsa costituita dal nostro sistema costiero. Tanti sono gli assessorati coinvolti, ed è dunque indispensabile garantire un forte coordinamento.
Aspetto non meno importante è garantire il libero e gratuito accesso agli arenili marini e lacustri, con l’aggiornamento della legislazione regionale che consenta ai Comuni la predisposizione di “Piani di Utilizzo degli Arenili” in grado di salvaguardare le coste e garantire al contempo un equilibrio fra spiagge libere e spiagge date in concessione, nonché la piena applicazione del codice della navigazione.
POLITICHE AGRICOLE REGIONALI
Il Lazio è la sesta regione per numero di imprese agricole censite, ma è la sedicesima per Superficie Agricola Utilizzata.
Le aree coltivabili sono molto estese e Roma è tra i primi comuni agricoli europei.Ma nella zonizzazione del PSR i comuni compresi in categoria D (“aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”) sono ben 45 a Rieti, 34 a Roma e 20 a Frosinone, contro i 2 soltanto a Latina e nessuno a Viterbo e inoltre si registra una elevata mortalità di impresa.
L'incidenza del Valore Aggiunto della Produzione Agricola del Lazio su quella complessiva della regione è soltanto del 4,2% contro una media nazionale del 6,2%.Vi è un accentuato dualismo tra l'Agricoltura Intensiva e l'"Altra Agricoltura", la prima rivolta alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e all'Agroindustria, la seconda rivolta a sbocchi di mercato secondari e ancora marginali. Si intende per "Altra Agricoltura" quella cooperativa, sociale e familiare che si rapporta ad una domanda aggregata di entità molto più ridotta e che, per necessità, chiede sostegni e sperimenta la polifunzionalità:
Si evidenzia già da questi cenni preliminari la vocazione agricola frustrata di un territorio con grandi potenzialità di sviluppo.
Le risorse dei PNRR e dei PSR consentirebbero un forte impulso al rilancio economico al rilancio del settore agricolo garantendo la valorizzazione culturale e ambientale della Regione ma va innanzitutto contrastato lo sfruttamento dei lavoratori e lavoratrici del settore. E' possibile identificare fin d'ora alcune delle possibili linee di intervento, certamente non esaustive:
Relativamente allo sfruttamento dei lavoratori vanno costituzione in tutti i territori le Reti del Lavoro Agricolo di Qualità attivate dall'INPS, va garantita l’applicazione della condizionalità sociale per l'impiego di contributi PAC e data piena attuazione della legge 199/2016 e della legge regionale 18/2019 per il contrasto del caporalato in ogni sua parte (trasporto, collocamento, etc).
A livello regionale è necessaria una riqualificazione e una riorganizzazione del settore del turismo affinché questo possa rappresentare un punto di partenza che possa dare nuova vita al territorio con particolare attenzione alle piccole realtà, affinché non siano sopraffatte e messe in una condizione di svantaggio (ad. Es le guide turistiche).
Il turismo è un settore strategico per il Lazio, interessato da una domanda che guarda essenzialmente alla Capitale, è assai diversificata e deve essere integrata con le proposte che vengono da tutto il territorio regionale. Dobbiamo puntare a mettere a sistema le varie potenzialità di Roma - storico culturali e artistiche – con quelle delle vaste aree della regione a vocazione ambientale, puntando sull’offerta enogastronomica e a una rete di accoglienza alberghiera, di B&B e residenziale diffusa, specialmente nelle tante città e borghi della regione.
Dobbiamo valorizzare il turismo ambientale attratto dalle nostre bellezze naturali, dalle aree costiere a quelle montane passando per le vaste aree agricole. Occorre:
Sulle politiche degli animali la Regione interviene da Ente finanziatore tramite bandi e contributi ad associazioni e Comuni, nonché con il sistema sanitario per la rete veterinaria che si affianca al sistema di competenza comunale. In questo anno tra emergenze sugli animali selvatici, abbattimenti selvaggi e affidamenti degli abbattimenti ai cacciatori - che negli anni hanno creato il problema della proliferazione applicando pessimamente ogni principio sia di tutela che di contenimento alla riproduzione - tra Regione e Comuni non si può dire si sia trovata la giusta sinergia. Occorre:
Stabilizzazione ed internalizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Potenziamento dei centri pubblici per l’impiego e della formazione. Sostegno ai redditi delle famiglie per sopperire ai tagli al Reddito di cittadinanza voluti dal Governo Meloni.
LAVORO
Il declino del Lazio: invertire la tendenza.
Nel Lazio, dopo la pandemia, l’occupazione stenta più che altrove a riprendere e il Mercato del Lavoro è sempre più caratterizzato da precarietà estrema, bassi salari e lavoro nero che generano disuguaglianze e nuove povertà e che penalizzano soprattutto giovani e donne, a fronte di un attacco, durissimo, a ogni forma di sostegno al reddito.
In questo quadro occorre adeguare tutti gli strumenti ad oggi disponibili:
Piano per la Piena e buona Occupazione
Il piano per la piena e buona occupazione parte dal presupposto fondamentale che la Regione Lazio deve assumere sulle imprese e sui sistemi produttivi un ruolo reale di indirizzo politico complessivo.
Occorre che il Piano sia entrato sullo sviluppo dei servizi sociali e delle politiche di sviluppo sostenibili. Sono possibili migliaia di nuove assunzioni, stabilizzazioni e internalizzazioni nella pubblica amministrazione, investendo anche in deroga ai vincoli di stabilità in diversi settori: Sanità (almeno 10.000), Cultura, Conoscenza, lavoro di Cura, Turismo, Trasporti, ciclo dei rifiuti, tutela dell’eco-sistema. Sono necessari progetti che mettano a sistema imprese, infrastrutture e ricerca scientifica (massimizzando la sinergia fra ricerca e imprese), mobilitando professionalità e risorse disperse e finora utilizzate a pioggia del territorio e tutti i possibili investimenti, favorendo le consistenti potenzialità occupazionali, quali:
Il PNRR mette a disposizione ingenti risorse, indicando per ogni punto le sole spese in conto capitale, ma non quelle per realizzare l’occupazione. Lavorare con pieni diritti e con salari dignitosi è dunque una scelta politica.
Il metodo della partecipazione e del confronto.
Il coinvolgimento democratico delle parti sociali e della società civile non è un ostacolo, ma è il metodo vincente per realizzare un piano volto ad aumentare e migliorare l’occupazione. Il coinvolgimento deve avvenire in tutte le fasi del piano anche attraverso la verifica attenta sui livelli occupazionali.
Formazione
La grave dispersione scolastica, riscontrata altresì nella formazione professionale erogata dalla Regione Lazio, trova presupposto anche dalla concessione di accreditamenti privi di valutazione in itinere e finali, a discapito della qualità del servizio. È necessario programmare, in modo coerente le iniziative di formazione definendo i fabbisogni e contenuti mirati a: processi di ricollocazione della forza lavoro espulsa, riqualificazione nei processi di ristrutturazione delle imprese, inserimento dei giovani in cerca di prima occupazione. Tutta la programmazione va attuata con il coinvolgimento di Istituzioni, Parti Sociali, Organismi erogatori formazione, mondo accademico per l'alta formazione, INAPP. Bisogna privilegiare enti di formazione pubblici, Centri per l'Impiego, impedire il moltiplicarsi degli enti di sottobosco e delle Agenzie per il Lavoro private, arginare i contratti pirata e rinnovare il Ccnl genuino del settore, scaduto nel 2013.
Diritto allo studio
Per contenere l’abbandono scolastico, in continuo aumento, occorre prevedere un forte investimento finanziario a garanzia del diritto allo studio anche attraverso un fondo specifico. In carenza di un quadro normativo nazionale e di linee guida, le Regioni si sono mosse in modo disomogeneo seguendo una logica “assistenzialistica”. Andrebbe previsto un sistema integrato di borse di studio, una fitta rete di servizi sul territorio di orientamento nei percorsi formativi e agevolazioni sui consumi culturali e sulla mobilità. Agli EE.LL. e alle Regioni deve essere concessa una deroga al patto di stabilità sul versante dell’istruzione e della formazione.
Dimensionamento scolastico
Occorre interrompere il processo di dimensionamento scolastico, attuato dalla Regione nonostante il parere negativo del sindacato in sede di Conferenza Permanente per l’istruzione. La riduzione dei plessi scolastici, adducendo l’alibi del calo delle nascite, nasconde il solo fine di ridurre i costi e rappresenta un duro colpo alla qualità della scuola pubblica che già vive la carenza di spazi, la cronica mancanza di interventi sull’edilizia scolastica, il sovraffollamento delle classi.
Rispetto e tutela dei diritti delle persone LGBTQIA+, specialmente in assenza di una normativa nazionale sul tema.
La Regione Lazio deve operare per:
URBANISTICA
Nonostante lo sconsiderato consumo di suolo che si è verificato nel territorio della Regione Lazio, esistono paradossalmente, nello stesso territorio, edifici abbandonati ed una forte emergenza abitativa, soprattutto a Roma.
Occorre:
EDILIZIA SOVVENZIONATA - CASE POPOLARI
Occorre superare l'inerzia della Regione Lazio degli ultimi 5 anni, con piani vendita dannosi per la funzione stessa dell'ATER e rientro del debito che non si riflette in adeguati interventi di manutenzione, e acuisce il disagio socioeconomico che si concentra nei quartieri di edilizia residenziale pubblica. Occorrono:
PIANI DI ZONA - EDILIZIA AGEVOLATA
Le c.d. "revoche" o "decadenze" unitamente all'emendamento Fassina alla Legge di Stabilità 2021, stanno producendo i loro effetti sui piani di zona, ma sono ancora necessari degli interventi atti a non vanificare il lavoro fatto fino ad oggi. Occorre:
POLITICHE FISCALI CONTRO IL CAROVITA
POLITICHE SOCIALI
Nel 2022 si è assistito ad un significativo incremento di chi si è rivolto agli enti per l'assistenza alimentare; infatti, a livello nazionale il Lazio, dopo Campania e Sicilia, è la terza regione che riscontra maggiori richieste di aiuto, passando da quasi 194.000 a più di 285.000 persone (dati AGEA da giugno 2020 ad agosto 2022 – L’AGEA è l’Agenzia governativa che fornisce aiuti economici e distribuisce le eccedenze), cioè quasi il 5% della popolazione laziale.
Per contrastare la crescente povertà diffusa sarà necessario indirizzare le risorse del Lazio in questo senso, sia con interventi puntuali che con scelte strategiche di fondo.
ANTIMAFIA, LEGALITA’
La criminalità organizzata ha una presenza forte e consolidata nel territorio (annuali rapporti della DIA).
Occorrono interventi e investimenti volti alla prevenzione, informazione e diffusione della cultura della legalità:
AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Sull’ autonomia differenziata si esprime una posizione assolutamente negativa, perché porterebbe alla fine dell’Italia come nazione, ad una disarticolazione regionale del sistema dei diritti civili e sociali con un forte aumento delle disuguaglianze territoriali, scavalcando il Parlamento.
I Consiglieri eletti nella nostra lista si impegnano a bloccare tale progetto in Conferenza Stato-Regioni nonché l’approvazione di intese e delibere in materia di autonomia differenziata nella Regione Lazio. Contro il neocentralismo regionalista vanno invece rilanciate le Autonomie territoriali, a partire dai Comuni e dalla trasformazione dei Municipi di Roma Capitale in Comuni urbani.
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